Mi capita sott’occhio, quasi per caso, questa poesia di Montale.
L’avevo già letta (Montale, il poeta della malinconia, del senso religioso, del perché stare al mondo… lo leggevo sin da bambino, ma proprio da bambino, penso alle elementari, l’ho sempre letto e per certi versi, per come potevo, capito).
Rileggo questa poesia e penso al rapporto con i donatori, e in generale a tutte le nostre relazioni.
Non tanto per la situazione che è descritta (lei è morta, e lui è rimasto vedovo e fa fatica a scendere le scale), ma per l’ultima frase che è, in fondo in fondo, lo scopo delle relazioni con l’altro.
“Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue”
Dice qualcosa del genere: “Sì, anche tu le avevi offuscate le pupille” – la moglie non ci vedeva benissimo – “ma mi hai aiutato a vedere” “e anche se nemmeno tu ci vedevi bene… mi hai preso il braccio e mi hai aiutato a scendere le scale…”
Con i nostri donatori (ma anche con i colleghi, il presidente, – perchè no – con i nostri fornitori…) non si tratta di essere infallibili, decisi, non tentennanti, perfetti… Si tratta di dare il braccio per come si è, per aiutare l’altro a scendere le scale, e anche se uno è quasi cieco (cioè imperfetto, indeciso, fallibile), c’è. C’è. Questo fa la differenza.
Ah! Se solo si capisse questo, che non basta (e non conta!) essere perfetti per far “contento” l’altro (il nostro donatore, il nostro collega, il nostro presidente…), ma conta dargli il braccio per scendere le scale.
Montale, posso dirlo? Lo amo!!
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.– E. Montale –
Ecco perché fare fundraising è migliorare le cose e far crescere la vostra Causa, i vostri progetti, i servizi della vostra organizzazione nonprofit, ma soprattutto è SERVIRE le persone a cui tenete.
Ce lo siamo ripetuti in aula più volte in queste prime settimane di Master in Fundraising, e ogni volta ne ho una nuova conferma: le relazioni son sempre state e resteranno sempre al centro del fundraising. Sia quando siamo dietro a un PC, che dal vivo, è la relazione che fa la differenza.