Tra un appello e l’altro, trovo il tempo di scriverle per segnalare un’iniziativa di fundraising che mi lascia alquanto perplessa. Non so se ha avuto modo di vedere (qui il link) il “Chiama, Dona e Vinci!” Il primo concorso a premi nazionale con una numerazione telefonica a sostegno della ricerca scientifica. . Iniziativa promossa dalla Fondazione San Raffaele in collaborazione con Telecom Italia, con lo scopo di contribuire a realizzare il San Raffaele Diabetes Research Institute (DRI), un centro di ricerca per la cura e prevenzione del diabete. Ho trovato la cartolina promozionale del concorso (che può scaricare a questo link), nell’atrio del mio palazzo, insieme alla normale pubblicità di supermercati e affini.
Ne sono rimasta subito colpita, negativamente.
Certo, l’idea è nuova e originale. Ma non la trovo coerente con i principi del fundraising. Così non si insegna la gioia di donare, ma si “vizia” il donatore e si rischia di rovinare il mercato abituando a una ricompensa materiale, che va ben oltre al gadget.
Comunque, è proprio l’idea in sè del concorso mischiata al gesto della donazione che non trovo coerente e corretta.
Devo donare e spingere a donare per la felicità che questo gesto mi dà e può dare, non per il premio…se c’è un premio non c’è il ritorno di quella curva della felicità che in uno dei grafici delle sue prime lezioni mi aveva (quasi) emozionato.
Inoltre non trovo trasparente la frase di ulteriori spiegazioni: “Con un costo massimo di 4€ da telefono fisso e di 6,90€ da telefono mobile, tutti potranno dare il proprio contributo ed essere premiati. L’importo della telefonata, dedotti i costi e l’iva, verrà interamente destinato alla ricerca sul diabete.”
Tutti potranno vincere? i premi sono sicuri per tutti?
Quali e quanti sono i “costi” e l’iva?
Augurandomi che questo sia un caso isolatissimo…la saluto e torno al lavoro!
Buona serata!
In realtà il mio giudizio non è così negativo. Anzi. Si tratta in fondo della realizzazione un po’ tecnologica delle centinaia di migliaia di pesche di beneficenza, lotteria parrocchiali, sottoscrizioni a premi, che tutti noi abbiamo organizzato in passato e a cui tutti in fondo abbiamo donato in passato. Compro il biglietto della lotteria (o faccio una telefonata a un numero a pagamento) perchè voglio fare beneficenza e poi capita che magari vinco l’auto o il pc, magari lo faccio anche più volentieri, ma non lo trovo “intrinsecamente” sbagliato. Altra vicenda è la rendicontazione, ma anche su questo vedendo l’organizzazione, ovvero il san raffaele (probabilmente il miglior ospedale d’europa, certamente il migliore in moltissime specialità in Italia, o almeno è quello che mi riferiscono i colleghi medici), mi sentirei di dare un giudizio davvero positivo.
Non so, cosa dite voi?
VM